Il pixel, tanti ne parlano ma pochi lo usano. Capita spesso in aula. “Si, lo conosco ma non lo uso” oppure “Si è quello per il sito”. Insomma, è il caso di fare chiarezza su questo strumento che Facebook mette a disposizione gratuitamente.
Cerchiamo di capirne insieme alcuni aspetti fondamentali:
- cos’è il pixel
- come si crea
- come si installa
- come se ne sfruttano le potenzialità
Cos’è il Pixel?
Il pixel è un semplice pezzo di codice Javascript, giusto una decina di righe, che consentono però di portare le campagne di advertising ad un livello superiore. Grazie ai dati che il pixel può raccogliere è possibile guidare le persone nel percorso (customer Journey) di acquisto.
Questo pezzo di codice Javascript tiene traccia delle persone che accedono al nostro sito web MENTRE sono loggate a Facebook. È possibile, grazie ad esso, monitorare gran parte delle azioni che gli utenti fanno sulle pagine del sito ed in particolare sulle landing page. Dalla semplice visualizzazione della pagina, all’aggiunta al carrello, al clic su determinati pulsanti, all’iscrizione a un form e via dicendo.
È chiaro fin d’ora che le azioni che gli utenti compiono nei confronti del nostro brand (e che noi dovremmo guidare) richiedono un’azione sempre più importante. Con il pixel possiamo però proporre agli utenti una azione se e solo se ha già compiuto l’azione di difficoltà inferiore, come in una piramide.
Questo consente il raggiungimento di una efficacia crescente e direttamente proporzionale alla diminuzione dei costi delle inserzioni.
Come si crea
Ogni utente iscritto regolarmente a Facebook e che gestisce pagine aziendali ha a sua disposizione un account inserzionista. Ogni account inserzionista ha a disposizione un solo Pixel.
Per creare il proprio pixel basta accedere al seguente indirizzo www.facebook.com/ads/manager/pixel/facebook_pixel e, al primo accesso, avremo la possibilità di crearlo dalla schermata che appare semplicemente cliccando su CREA PIXEL.
Proseguendo con la creazione ci viene chiesto di assegnare un nome (che potremo anche modificare successivamente).
Penultimo step la tipologia di installazione e quindi di implementazione che andremo a fare nel sito.
Qualsiasi sia la tua scelta, il risultato finale sarà l’installazione del codice script (vedi esempio seguente) nella <head> del tuo sito web.
Come si installa
Come abbiamo detto, il pixel va installato su tutte le pagine del sito web in modo da monitorare il traffico di passaggio di utenti Facebook, indipendentemente dalla pagina.
Le scelte sono tre:
- installazione tramite Tag Manager
- installazione manuale (o tramite plugin di WordPress)
- invio delle istruzioni allo sviluppatore
Nel primo caso ti servirà un pò di dimestichezza con strumenti quali Google Tag Manager, ma la cosa non è impossibile.
Nel caso di WordPress invece ti consiglio di utilizzare uno di questi due plugin:
Pixel Caffeine it.wordpress.org/plugins/pixel-caffeine/
Tracking Code Manager it.wordpress.org/plugins/tracking-code-manager/
Facebook Conversione Pixel https://it.wordpress.org/plugins/fb-conversion-pixel/
Vuoi invece dedicarti anima e corpo a Facebook senza sporcarti le mani con il codice HTML, i plugin o Tag Manager? Scegli la terza ed ultima opzione e invia il codice Pixel allo sviluppatore del sito intimandogli di far propagare lo stesso a tutte le pagine. Lui sarà contento perché potrà sviluppare qualche nuovo script di propagazione del codice come un vero programmatore e tu te ne sarai lavato le mani.
Attenzione però, appena installato verifica subito che il pixel stia dialogando con il tuo account inserzionista. Se è tutto ok, Facebook ti fa inviare del traffico di controllo e alla fine, ammesso che tutto sia andato per il meglio, il risultato sarà questo.
Come si sfruttano le potenzialità del Pixel
Passata la fase di creazione e installazione è il momento di iniziare a sfruttarne le potenzialità. Come detto all’inizio il pixel ci serve per monitorare non solo il traffico del sito (da parte di utenti loggati a Facebook) ma anche le azioni che le stesse persone eseguono dentro alle pagine.
È possibile quindi definire una strategia di monitoraggio che ci permetta di guidare l’utente a compiere azioni sempre più importanti: da una semplice visualizzazione di pagina, al check-out dopo un acquisto nell’e-commerce.
Tutto ciò può essere fatto attraverso due tipi di monitoraggi delle conversioni:
- attraverso le azioni standard (aggiungendo al codice script di pagine selezionate ulteriori voci e facendo intervenire ancora lo sviluppatore)
- attraverso le conversioni personalizzate (definendo per ogni conversione un URL specifico e senza intervenire sul codice)
Definite le conversioni (e quindi anche i valori di ognuna di esse) è indispensabile tuttavia creare i pubblici personalizzati (chiamati anche Custom Audience) per ogni tipologia di conversione che vogliamo monitorare.
Per creare i pubblici personalizzati accedi a questo URL www.facebook.com/ads/manager/audiences/manage e scegli “Crea pubblico personalizzato” avendo cura di selezionare il tuo pixel appena creato come sorgente per lo il pubblico.
Man mano che le persone accedono al vostro sito, vedrete i numeri del pixel salire e potrete creare campagne sponsorizzate su pubblico selezionato, che già conosce il vostro brand, il vostro prodotto e il vostro sito. Ne beneficeranno i risultati, in termini di conversioni, e l’investimento, in termini di risparmio.
Il pixel ha comunque una limitazione importante: mantiene i dati di accesso al sito solo degli ultimi 180 giorni. Fai le dovute considerazioni.
Consigli per il buon uso
Durante i corsi di Social Media Marketing e di Facebook Advertising ribadisco con fermezza che appena apriamo un sito web, indipendentemente dal fatto utilizziamo o meno lo strumento pubblicitario di Facebook, dobbiamo procedere all’istantanea installazione del pixel e alla creazione del pubblico personalizzato. All’inizio avremo poco traffico, ma quel poco ci sarà utile per iniziare ad avere subito delle campagne con costi più bassi.
Ulteriore consiglio che posso darvi è quello di creare campagne di sponsorizzate per portare traffico al sito (almeno all’inizio) in modo da far lavorare il pixel con traffico qualificato. Il pixel è a tutti gli effetti una intelligenza artificiale che apprende da se stesso. Capisce quali sono i profili che normalmente cliccano le inserzioni e al prossimo utilizzo ha già l’idea chiara di chi saranno gli utenti in target maggiormente propensi a cliccare le nostre inserzioni.
Insomma, un alleato fedele delle nostre ADS.
Conclusioni
Questo è il mio primo articolo sul blog di Veneto Formazione. Spero che il mio stile ti sia piaciuto ma soprattuto confido di averti passato delle nozioni fondamentali per l’utilizzo di questo potente strumento di remarketing. A proposito… remarketing… magari il mese prossimo parliamo proprio di come sfruttare questa tipologia di campagne. Che ne dici?
Ancora nessun commento