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Come non scrivere per il blog

27 Marzo 2021 Luca Burei marketing, pillole formative

Suggerimenti ed esempi per imparare a scrivere per il blog in modo corretto.

Molti di voi si saranno chiesti, almeno una volta nella vita, se esista un modo corretto di scrivere per i blog. Di certo molti “SEO cosi” risponderebbero che, nella galassia dello scibile umano, l’unico modo noto per scrivere per il blog è quello che segue i dettami del posizionamento organico. I puristi della lingua sottolineerebbero invece che esiste un unico modo: scrivere in modo corretto e in italiano fluente.

La realtà, come voleva il buon Ovidio, si trova sempre “in medias res”. Quindi scrivete per le persone, in modo corretto, ben consapevoli dei principi che sottendono il posizionamento organico nei motori di ricerca. Messa così sembra complicato, ma in realtà vi posso garantire che non lo è affatto.

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Come scrivere un blog tra convenzioni e convinzioni

Ho già avuto modo di spiegare a più riprese che scrivere per un blog, e più in generale per il web, non è un lavoro adatto a tutti. Molti, troppi, ritengono che la libertà di parola di cui il WEB è portatore possa consentire a chiunque di dire la propria; sinceramente in questo sono piuttosto intransigente e a tal proposito ricordo un vecchio detto popolare: “Un buon tacer non fu mai scritto”. Da dove partire, quindi, per scrivere per i blog in modo corretto?

Per prima cosa vi consiglio di fare lo sforzo di comprendere che non potete scrivere così come parlate ai vostri amici. Si chiama “oralità scritta” e riempie il web: bene dimenticatevela e lavorate a ché sia estirpata dal web come la gramigna dai campi di grano. Se qualcuno di voi sentisse il bisogno di esprimere a parole il proprio punto di vista può sempre ricorrere ad una registrazione video e metterci la faccia. Ma per cortesia, lasciateci scrivere.

Come accennavo nel titolo esistono una serie di cose che dovete sapere prima di approcciarvi a questo strumento. Tra queste l’esistenza di una serie di “convenzioni”, “licenze” linguistiche. Un esempio? L’uso delle virgolette nel discorso diretto o l’abuso di interpunzioni, come la parentesi tonda, che al Foscolo farebbero “salire il male di vivere”. Chi mi conosce sa che tollero a fatica l’uso dei puntini di sospensione e ancor meno quello del punto esclamativo, ma sorvolo per non fare il solito purista.

Non solo. Liberatevi dalle vostre convinzioni, delle frasi fatte e tutte quelle idiozie da venditori di pentolame che troppo spesso riempiono i blog. Tornate sui libri di scuola e leggete; fatelo per migliorare il vostro lessico e soprattutto per ampliare il vostro vocabolario.

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L’italiano e la scrittura per il web: il compromesso

Nel magico mondo del Web, per fortuna, le cose cambiano in fretta: l’epoca del tecnico che scribacchia per posizionare un testo sembra essere già un vecchio ricordo. Molti oggi sono i blog ben scritti e ben gestiti, fra tutti cito quello di Pasta Sgambaro, gestito in modo impeccabile sotto tutti i punti di vista. Chapeau! Oddio ho usato un punto esclamativo.

Grazie al web molti italiani sono tornati a scrivere. Chi di voi a 40 anni suonati si sarebbe immaginato scribano, con l’occhiale calato e le mani sempre pronte a digitare su questa infernale tastiera? Io di sicuro no e, ne sono certo, neanche la mia docente di italiano del liceo. Invece sono qui a dispensare consigli e spingervi a studiare, rivedere le vostre cattive abitudini e prendere coscienza delle immense possibilità che questo mondo virtuale può offrire.

Se avete compreso il bisogno viscerale che mi ha spinto verso questo “italiano a tutti i costi”, ora non mi rimane che lasciarvi liberi di definire il vostro percorso. Chiamate questa personalizzazione “stile” o come vi pare, ma sappiate che anch’essa deve essere aderente a delle regole e il più possibile lontana da oralità e antilingua. Misurate i periodi, limitandone sempre la loro lunghezza ed evitate di esagerare con la paratassi e con le frasi nominali: quindi cercate sempre di infilarci sto benedetto verbo. Ricordate di non scrivere per slogan, neanche voi siete D. Abbott.

Premesso ciò, dobbiamo adeguare la scrittura ad una serie di tollerate eccezioni, tipiche del web. Ma ne parlerò in un mio prossimo articolo. Qui mi limito solo ad osservare, per esempio, che le virgolette hanno sostituito de facto i caporali e le interpunzioni cadono nel testo come la pioggia ad agosto.

Non scordate mai che state scrivendo anche per il committente e che, quindi, non potete proprio sempre scrivere con il “tone of voice” che vi pare.

Scrivere un blog: la SEO

Mi ripeto, ma repetita iuvant: NON SCRIVETE PER I MOTORI DI RICERCA, fatelo per le persone. Dietro ad ogni apparecchio elettronico c’è, quasi sempre mi verrebbe da dire, un essere pensante che vi legge; siategli utili con contenuti pertinenti e utilizzate un modo piacevole di scrivere, empatico, ma sempre corretto.

D’altronde leggereste mai un blog pieno zeppo di errori grammaticali o evidentemente scritto per i motori di ricerca? Mi è capitato di incappare in articoli in cui le kw – keyword – erano così tante e così mal gestite da far perdere completamente il senso logico del pensiero di chi aveva scritto quella composizione. Avrei anche io potuto scrivere questa breve ripetendo in modo ossessivo le kw, ma non lo sto facendo – o forse si? – perché la mia unica finalità è quella di aiutarvi a comprendere come approcciare questa materia. Sto scrivendo per voi nell’ovvio intento di facilitare anche il posizionamento di questo pezzo. Quindi fate in modo che la SEO sia come il trucco di un abile mago: c’è, ma non si vede.

Per scrivere un Blog, quindi, è necessario creare una piattaforma che risponda alle esigenze dei target che si servono: in tal senso è importante categorizzare gli articoli in modo convincente e utile per lo user. La piattaforma deve essere costruita in modo professionale, agile nel caricamento e nella sua gestione, così da permettere alle SEO di funzionare in modo corretto.

Scrivere un blog non è del tutto dissimile dallo scrivere libri a puntate, ma esiste una differenza sostanziale: il libro prevede una conversione al suo acquisto; mentre il blog prevede tale processo di conversione a valle dell’emissione del contenuto. Ricordatevi di inserire sia link interni sia verso l’esterno e collegate questi argomenti in modo pertinente: a Google sembra andare a genio. Personalmente utilizzo molto la piattaforma SEOZOOM sia per individuare gli argomenti sui quali scrivere sia per creare delle liste di keyword da inserire nei miei pezzi. Ma questa è materia del buon Nicola Burei l quale lascio il compito di trattare approfonditamente l’argomento.

Libri consigliati per affrontare questo argomento:

  • C. Giunta, Come NON scrivere. Utet. Ed. 2018.
  • A. M. Testa, Minuti scritti. Rizzoli ETAS. Ed. 2013.
  • L. Carrada, Il mestiere di scrivere. Apogeo. Ed. 2008.

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